Attilio e Erminia Sonna immigrati negli Stati Uniti d'America

Nel febbraio del 2001, in seguito ad una mia lettera inviata per posta a numerosi indirizzi di cittadini americani con cognome Sonna residenti negli Stati Uniti, ricevetti una e-mail da Cheryl, insegnante di francese e spagnolo, moglie di William Sonna, i cui nonni provenivano dal Tirolo o dal Trentino ed erano vissuti a Ironwood nel Michigan.

William, ingegnere di Chicago, mi mise a suo volta in contatto anche con gli altri suoi due fratelli, Mark Brian, imprenditore e Larry Allen, medico. Tutti e tre erano desiderosi di sapere qualcosa di più sui loro nonni paterni dei quali sapevano poco o niente, poiché essendo morti precocemente avevano lasciato quattro figli ancora piccoli, tre fratelli Rico, Lino, Angelo e una sorella Monica, che furono separati ed allevati da famiglie o istituzioni in diversi stati.

Il terzogenito Lino Sonna (chiamato Leno all’americana) fu trasferito a Chicago e qui si sposò con Lois, già madre della piccola Linda che adottò, divenendo poi padre di altri quattro maschi William, Mark Brian, Larry Allen e Raymond.

William durante i nostri scambi d'informazioni, mi aveva riferito di ricordarsi vagamente che il nonno paterno veniva chiamato "Atello". Pensando che "Atello" poteva senz’altro essere la pronuncia americana di Attilio, con una ricerca meticolosa nel mio archivio – che comprende oltre 2.000 persone di Comasine nate prima del 1900 – e un po’ di fortuna, individuai un Attilio Salvatore Sonna, nato nel 1877 a Piacenza d’Adige da Giuseppe Sonna “Cappôn” e Monica Tonazzi “Graziana”, entrambi da Comasine, evidentemente emigrati stagionali nel basso padovano per il lavoro di “parolòti” o “ciapére”. Attilio Salvatore morì in America il 15 agosto 1921 a 44 anni.

Parlando in paese con mio cugino Pierino, venni a sapere che una sua zia si era sposata in America. Secondo le informazioni ricevute da William, anche la nonna era originaria dal Trentino-Tirolo, quindi feci ulteriori approfondimenti scoprendo che Erminia Ernesta, figlia di Matteo Antonio Bordati (Tòni Ferài) e di Maria Maddalena Destefani, era nata nel 1878 e si era sposata per procura nel 1912.

Il cognato Angelo, fratello di Attilio, la condusse in America nel settembre 1912 e questa informazione l’ho trovata confermata anche dall'archivio del sito internet di Ellis Island dove sono raccolti tutti i dati di coloro che obbligatoriamente dovevano passare di lì per l'identificazione e la richiesta del permesso d'ingresso negli Stati Uniti d'America.

Nel 1913 nacque Rico, nel 1915 Monica, nel 1917 Lino e nel 1920 Angelo. Come già detto, il padre Attilio Salvatore morì nel 1921 e la madre Erminia qualche anno dopo. I fratelli vennero affidati alle cure di famiglie ed istituzioni differenti ed i legami della famiglia si allentarono.

Negli anni ’70, il primogenito Rico soggiornò a Comasine per un po’ di tempo mentre era impiegato nelle forze militari americane in Germania. In quegli anni anche Lino aveva fatto un giro in Italia senza successo. Essendo cresciuti senza famiglia e per di più distanti tra loro, le loro informazioni erano veramente poche. Particolare importante è quello che mantennero tutti il loro cognome e quindi evidentemente non vennero adottati.

Soddisfatto del recupero di tali informazioni, nell'agosto del 2001 comunicai a William e ai suoi fratelli l’esito delle mie ricerche. Ne furono entusiasti e grande fu il loro grazie. Hanno tutti promesso una loro visita in Trentino e al paese dei loro nonni paterni.

Questi Sonna americani non sono miei vicini parenti; è il ramo dei «Mòri» che probabilmente si è suddiviso verso il 1800 o qualche anno prima. Numerosi sono i loro parenti sia a Comasine che a Cogolo, a Ossana e altrove; sia per il cognome Sonna di Attilio Salvatore, sia per il cognome Bordati di Erminia, che era figlia del conosciuto “Tòni Ferài”, per tanti anni Capo comune a Comasine.

Parlando con l’Angelin d’i Béghe, uno dei parente più prossimi dei fratelli Sonna americani in quanto il fratello di Attilio Salvatore era suo nonno; mi disse che in casa doveva esserci ancora la lettera con la quale Erminia comunicava al cognato Angelo, la morte del marito Attilio che per anni aveva lavorato in miniera.

Col permesso del diretto interessato, che ringrazio vivamente, riporto integralmente questa interessantissima lettera di ottant’anni fa che, con commozione e una stretta al cuore, ci fa toccare con mano la dura vita dei nostri cari.

application/pdf Lettera inviata da Erminia al cognato Angelo per informarlo della morte del marito Attilio Sonna (608.7 kB)